Duplice omicidio di due neonati a Reggio Calabria: giovane madre ai domiciliari con braccialetto elettronico

Duplice omicidio di due neonati a Reggio Calabria: giovane madre ai domiciliari con braccialetto elettronico.

La Polizia di Stato esegue la misura cautelare su disposizione della Procura. Indagini anche su un possibile terzo neonato scomparso nel 2022

Una tragedia familiare sconvolge ancora una volta Reggio Calabria. Nella mattinata di oggi, gli agenti della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di una giovane donna reggina, indagata per una delle vicende più drammatiche degli ultimi anni: l’omicidio per soffocamento dei suoi due figli neonati, il tentativo di occultamento dei loro corpi e la soppressione di cadavere in relazione a un ulteriore neonato che la donna avrebbe partorito nel 2022.

La misura è stata disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, al termine di una complessa indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura reggina, sotto il coordinamento della magistratura inquirente.

Il ritrovamento dei corpi e l’inizio delle indagini

Il caso era esploso nel luglio dello scorso anno, quando i genitori della giovane avevano rinvenuto all’interno di un armadio della loro abitazione, situata nella frazione di Pellaro, i corpicini senza vita di due neonati, avvolti in una coperta.
Un ritrovamento scioccante che aveva subito spinto la Procura ad aprire un’indagine per omicidio.

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno immediatamente avviato accertamenti incrociando riprese di videosorveglianza, esami biologici e testimonianze familiari, ricostruendo con precisione le ore in cui si sarebbe consumato il dramma.

Dalle telecamere poste nella zona, è emerso che la giovane si trovava sola in casa tra le 19:00 e le 20:30 dell’8 luglio 2024, orario che coincide con il presunto momento del parto e della morte dei neonati.

Gli esami biologici: i due neonati erano vivi alla nascita

Un riscontro decisivo è arrivato dagli accertamenti medico-legali e genetici condotti sul materiale biologico sequestrato presso il Policlinico di Messina, dove la donna era stata successivamente ricoverata per un intervento di raschiamento uterino.
Le analisi hanno stabilito che i due neonati erano figli biologici dell’indagata, nati vivi e deceduti per soffocamento subito dopo il parto.

Il comportamento della donna e le testimonianze dei familiari

Nel corso dell’inchiesta sono stati ascoltati i familiari della giovane, risultati ignari di quanto accaduto tra le mura domestiche.
Dalle loro dichiarazioni è emerso che, pochi giorni prima del ritrovamento, la donna era stata ricoverata al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria per una forte emorragia. A chi le chiedeva spiegazioni, la ragazza aveva parlato soltanto di un generico malessere, negando categoricamente di essere incinta o di aver partorito.

Messaggi e tensioni con il fidanzato: un precedente nel 2022

Il quadro indiziario è stato ulteriormente rafforzato dall’analisi dei messaggi scambiati tra la donna e il fidanzato, ora indagato per favoreggiamento personale.
Dalle conversazioni è emersa una dinamica di coppia complessa, segnata da tensioni e da una precedente gravidanza risalente al 2022.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due avrebbero vissuto una situazione analoga tre anni fa, caratterizzata da forti disaccordi sulla decisione di tenere o meno il bambino. La donna avrebbe partorito nell’agosto 2022, sopprimendo il neonato e occultandone il corpo, mai ritrovato.

Le nuove perquisizioni e la ricerca di ulteriori prove

Nel corso dell’operazione odierna, gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, con il supporto di unità cinofile molecolari e l’utilizzo di un georadar, hanno eseguito accurate perquisizioni nelle abitazioni della donna e del compagno, nonché nei terreni e giardini di loro proprietà o dei familiari.

L’obiettivo è quello di rinvenire eventuali resti umani riconducibili al neonato che, secondo le ipotesi investigative, sarebbe stato partorito e soppresso nel 2022.
Le operazioni, ancora in corso, mirano a completare il quadro probatorio e a chiarire definitivamente la sequenza dei tragici eventi.

Un quadro indiziario grave ma non ancora definitivo

La Procura di Reggio Calabria ha sottolineato che, pur in presenza di gravi indizi di colpevolezza, vale per l’indagata il principio di non colpevolezza fino a eventuale condanna definitiva.
Le indagini proseguono per accertare la piena dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità concorrenti di altri soggetti.

Appello alla collaborazione dei cittadini

La Polizia di Stato e la Procura della Repubblica di Reggio Calabria hanno invitato chiunque fosse in possesso di informazioni utili o di elementi rilevanti a rivolgersi agli investigatori o all’autorità giudiziaria, garantendo la massima riservatezza.

La vicenda, che ha profondamente scosso la comunità reggina, mette ancora una volta in luce la fragilità sociale e psicologica che può nascondersi dietro episodi di apparente normalità.
Le autorità stanno valutando anche l’eventuale coinvolgimento dei servizi sociali e sanitari, al fine di comprendere se la giovane avesse mai chiesto o ricevuto aiuto nei mesi precedenti alla tragedia.

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